FRIDA OPERA MUSICAL: DOPO IL SOLD OUT DI MILANO, L’ITALIA SCOPRE UNA FRIDA KAHLO INTIMA, POLITICA E RADICALMENTE UMANA

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Dopo il debutto al TAM Teatro Arcimboldi di Milano, accolto da un entusiastico sold out e da un pubblico che non ha lesinato ovazioni, FRIDA OPERA MUSICAL prosegue il suo tour nei principali teatri italiani. L’opera, firmata da Andrea Ortis e Gianmario Pagano, porta in scena non solo il mito di Frida Kahlo, ma l’intera complessità di una donna che ha trasformato il dolore in linguaggio artistico e la fragilità in atto politico.

Prodotto dalla MIC International Company, lo spettacolo rappresenta uno dei progetti teatrali più ambiziosi della stagione: una grande macchina scenica che mescola musica originale, teatro di narrazione, coreografie contemporanee e un forte impatto visivo, grazie al lavoro congiunto di artisti e tecnici di altissimo livello.

Un’estetica potente che non tradisce l’essenza dell’artista

Le musiche e liriche di Vincenzo Incenzo costruiscono un tappeto emotivo che accompagna lo spettatore attraverso le zone luminose e quelle più laceranti della vita di Frida. Le coreografie di Marco Bebbu risultano incisive, evocative, sempre al servizio del racconto.

L’apparato visivo è uno dei punti di forza dell’opera:
• i costumi di Erika Carretta diventano simboli identitari,
• le scenografie di Gabriele Moreschi restituiscono un Messico che è più mentale che geografico,
• le luci di Valerio Tiberi dialogano con le proiezioni di Virginio Levrio, generando un linguaggio scenico che tiene insieme realismo, spiritualità e visione onirica.

La partecipazione di Drusilla Foer nel ruolo della Catrina si rivela particolarmente riuscita: la sua figura, sospesa tra eleganza e ironia, offre una lettura contemporanea del simbolo messicano per eccellenza. Non un semplice ruolo, ma un vero dispositivo narrativo che connette poesia, satira e memoria culturale.

Frida e Diego: un confronto permanente tra arte e vita

Nel ruolo di Frida, Federica Butera regala un’interpretazione intensa, misurata e allo stesso tempo vibrante. Riesce a evitare la trappola della caricatura, restituendo una Frida carnale e imperfetta, più umana che iconica.

Al suo fianco, Andrea Ortis veste i panni di Diego Rivera con grande consapevolezza scenica: imponente, appassionato, contraddittorio. Il loro legame, fatto di continui scambi di forza e fragilità, costituisce l’asse drammaturgico dell’intero musical.

L’opera non si limita a raccontare la biografia dei due artisti, ma la colloca in un contesto più ampio: il Messico post-rivoluzionario, le tensioni politiche, l’incontro con l’avanguardia europea, figure come Trotsky e Breton. Una cornice storica viva, che non soffoca la narrazione ma la amplifica.

Un progetto culturale che unisce due Paesi

Il musical nasce con la collaborazione del Museo Frida Kahlo “Casa Azul”, del Museo Diego Rivera Anahuacalli e con il Patrocinio dell’Ambasciata del Messico in Italia. Il coinvolgimento delle istituzioni dà allo spettacolo una dimensione ulteriore: non solo un tributo artistico, ma un ponte culturale che celebra una delle figure più riconosciute del patrimonio messicano.

L’Ambasciatore del Messico, Carlos García de Alba, ha definito lo spettacolo “un’esperienza che trasmette l’identità profonda di un Paese attraverso emozione e linguaggi artistici”, mentre la direttrice della Casa Azul, Perla Labarthe, ha sottolineato la capacità del musical di “tenere vivo e dinamico il lascito di Frida”.

Una tournée che prosegue con grande attesa

Dopo Milano, Frida Opera Musical prosegue nelle città italiane con un forte interesse del pubblico e già numerosi sold out annunciati:

  • Firenze – Teatro Verdi: 7–9 novembre 2025
  • Roma – Teatro Brancaccio: 13–23 novembre 2025
  • Torino – Teatro Alfieri: 4–7 dicembre 2025

Con il suo linguaggio multidisciplinare e una sensibilità capace di superare la semplice narrazione biografica, FRIDA OPERA MUSICAL si impone come uno degli spettacoli più significativi dell’anno.
Non solo un omaggio a un’artista, ma un invito a riflettere su identità, coraggio, vulnerabilità e sul potere trasformativo dell’arte.

Una produzione che non si limita a raccontare Frida Kahlo, ma la rende viva, presente e, ancora una volta, profondamente necessaria.

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